“Siamo in guerra”. Quante volte in questi giorni è stata usata questa metafora bellica. È vero stiamo vivendo una guerra senza armi, contro un nemico microscopico.
L’Italia è un paese ridotto allo stremo. La produzione agricola e industriale è in forte difficoltà. Nelle città si fa la fila per rifornirsi dei viveri.
Sembra una fotografia di oggi e invece è una descrizione della situazione economica del dopoguerra che si trova in rete.
La nostra storia inizia nel 1877. La seconda guerra mondiale l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle, o meglio l’hanno vissuta i nostri nonni e padri.
E proprio loro, con la loro storia, la nostra storia, oggi hanno trovato un nuovo modo per incoraggiarci a non mollare.
A volte, infatti, basta aprire il cassetto giusto e la risposta al “come faremo?” è li: una fattura datata 17 ottobre 1945 con tanto di imposte incollate sopra.
I nostri nonni e padri, ma anche i tuoi, e quelli di molti di noi hanno visto la guerra con i loro occhi. Sono scesi in campo senza internet o videochiamate. Erano lontani e non avevano modo di sentirsi più vicini. Al termine della guerra si sono trovati un paese ridotto allo stremo, sommersi da macerie e strade interrotte, ma ce l’hanno fatta!
Chissà cos’avrebbero potuto fare se avessero avuto strade intatte, internet e tutte le nostre comodità!
Una cosa è certa, grazie nonno e grazie papà, la vostra fattura, il vostro lavoro, ci danno la grinta per lottare e potervi presto dire: ce l’abbiamo fatta anche noi!