Le temperature si stanno alzando, i bambini hanno finito scuola e la tua testa pensa già alle vacanze?
Apri la tua piscina e concediti un tuffo rinfrescante ogni volta che vuoi!
Come fare per aprire la piscina?
Se la tua piscina è già montata l’operazione più delicata è la rimozione del telo che va eseguita facendo attenzione a non far cadere sporco e foglie, che si sono depositate sul telo, all’interno della piscina.
Dopo aver rimosso il telo e verificato lo stato dell’acqua ripristina il livello di acqua e attiva l’impianto di filtrazione.
Altrimenti chiama un amico e monta la tua piscina!
Uno specchio d’acqua invitante
Avete riempito la vostra piscina. Vi sembra bella e limpida vero? Beh, vi raccomando di fargli una bella foto finché potete, perché da qui a poco, se non interverrete puntualmente per la pulizia e il trattamento dell’acqua, la qualità dell’acqua cadrà presto in picchiata, fino a resituirvi poco più di uno stagno dall’aspetto sgradevole!
Trasformati in un piccolo chimico
L’acqua della piscina è buona quanto quella che hai messo dentro.
A volte l’acqua della città è dura, calcarea, acida o addirittura torbida. Per correggere le caratteristiche dell’acqua sono dei trattamenti da fare.
1 . Il controllo del PH
Il primo vero e proprio approccio con la chimica del trattamento acqua piscina lo avrete con il controllo del pH, che è sempre il primo elemento da valutare, in quanto, dalla correttezza del suo livello dipende l’efficacia dei trattamenti successivi: se il pH è sbagliato i vostri interventi di disinfezione non funzioneranno.2. La disinfezione col cloro
Una volta sistemato il pH, si può passare al nucleo più importante del trattamento acqua piscina la disinfezione o sanificazione. Il prodotto in assoluto più utilizzato per svolgere questa funzione è, senza alcun dubbio il cloro. In parte perchè si presenta in forme molto comode all’uso ( pastiglie solide, polvere, cloro liquido ), in buona parte perché è economico e disponibile praticamente ovunque. La prima cosa da fare è la cosiddetta clorazione schock o superclorazione o clorazione d’urto. Si tratta semplicemente di una disinfezione che utilizza concentrazioni di cloro molto più alte del normale ( circa il doppio di solito, 10-15 gr/m3. Questo trattamento è il “colpo iniziale” che porta la chimica della vostra piscina sui giusti binari da seguire. Durante la clorazione schock occorre anche mantenere attiva più a lungo del solito l’impianto di filtrazione ( in questo modo il trattamento si diffonde meglio ed evitare la balneazione ( di solito per 2 o 3 giorni, fin quando il valore del cloro libero è superiore a 1 ppm ).
Consigli sulla clorazione schock
Per la clorazione schock si può utilizzare sia un dicloro al 55-60%, molto solubile
oppure il più lento tricloro al 90%. Il primo rilascia solo il 55% di cloro utile, il secondo invece il 90%.
Mai gettare il cloro direttamente in vasca se la piscina è rivestita con liner o con superfici resinose o verniciate. Anche versandolo negli skimmer si deve fare attenzioni, i granuli del tricloro non si sciolgono velocemente e possono danneggiare le parti interne.
Disciogliere il cloro in un secchio prima di buttarlo in acqua, in questo modo si evitano molti dei possibili danni sopra esposti.
La clorazione d’urto è utile non solo quando si apre la piscina ma, in generale, quando l’acqua della piscina risulta molto sporca o contaminata.
3. Durezza e alcalinità dell’acqua
Un passo ulteriore nella direzione della piscina perfetta è controllare la durezza dell’acqua e l’alcalinità.
L’alcalinità (TAC ) ha un legame stretto con il pH e al variare di uno, solitamente varia anche l’altro, è importante da controllare perché impatta fortemente sulla manutenzione dei filtri, delle pompe oltre che sul pH stesso.Può anche creare incrostazioni sul rivestimento della piscina. L’alcalinità è determinata da vari composti chimici presenti in acqua: anidride carbonica, carbonati, bicarbonati e idrati.
Un livello di alcalinità buono è compreso tra 80 e 125 ppm ( misurabile da buona parte dei test kit standard ). Ci sono vari prodotti in commercio per aumentare o abbassare l’alcalinità. Per elevarla, comunque, si può utilizzare anche un semplice bicarbonato di sodio.
Una durezza dell’acqua troppo elevata è un fatto negativo che si può ripercuotere, ad esempio, su alcuni componenti interni della piscina come le guarnizioni, le bocchette e altri elementi facilmente attaccabili dal calcare.
La durezza dell’acqua ( TH )è dovuta in generale alla presenza in essa di calcio e magnesio ( il primo in percentuali usualmente superiori ).
Per correggere la durezza dell’acqua ci sono prodotti appositi, per ridurre il calcare e i metalli in acqua si possono utilizzare prodotti come i sequestranti.
4. Utilizzare l’alghicida
Come ultima cosa, occorre mettere un po’ di alghicida. Molte persone credono che l’alghicida sia solo uno strumento di riparazione, da usare solo quando si vedono le alghe: questo però è un grosso errore. L’alghicida preventivo va utilizzato anche e soprattutto come prevenzione per evitare l’insorgenza di alghe visibili. Se si si riscontrano problemi con la formazione delle alghe è consigliabile aggiungere l’alghicida ogni settimana. In caso di acqua torbida anche dopo interi cicli di filtrazioni si può utilizzare un chiarificatore o altro.
5. Controlli finali
Le due settimane successive a queste operazioni servono per controllare che tutto funzioni correttamente e quindi occorre testare i valori principali, come cloro e pH, molto di frequente con gli appositi test a gocce o pastiglie. Dopo questo periodo, si può essere più sicuri che il trattamento acqua piscina abbia fatto il suo effetto e che si possa procedere con una manutenzione standard dell’acqua.
Ora potete rilassarvi e godervi la vostra piscina!